Questo approfondimento è tratto dalla puntata 203 del Podcast di ImpactGirl.
Anche se il testo è stato riadattato per poter diventare un blog post, alcune parti potrebbero suonare più adatte ad un discorso che a un testo.
Per ascoltare la puntata vola a questi link:
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Ma se preferisci leggere, senza ulteriori indugi, immergiamoci nelle mie 6 previsioni per il business online per il 2025.
- Previsione n1) Contenuti brevi e semplici vincono la gara per conquistare l’attenzione … che si è ufficialmente ridotta… ancora
- Previsione n 2) L’AI sta cambiando per sempre la creazione dei tuoi contenuti ma se questo è un danno o un vantaggio dipende da te.
- Previsione n 3) I chatbot su IG e Messenger sono qui per restare
- Previsione n 4) La personalizzazione resta la tua arma vincente: addio scalabilità facile purtroppo aggiungerei
- Previsione n 5) L’economia della fiducia finalmente impera
Contenuti brevi e semplici vincono la gara per conquistare l’attenzione
Ad ogni modo, ecco alcuni esempi di Reel Instagram con ganci visivi semplici e non imbarazzanti:
Gancio visivo in cui uso un piccolo gadget per attrarre l’attenzione
Gancio visivo in cui mi siedo prima di iniziare a parlare
Gancio visivo con una semplice penna
Impatto dell’AI sulla Creazione di Contenuti
Difficilmente l’intelligenza artificiale sostituirà il tuo lavoro, ma è probabile lo farà chi sul mercato userà l’AI per accelerare la propria efficienza senza comprometterne la qualità e l’umanità! Queste ultime parole sono tatuaggi per la mente in questo momento di transizione all’anno nuovo: senza comprometterne la qualità e l’umanità.
Non so se sei d’accordo, ma se già prima la qualità della maggior parte dei contenuti del web era discutibile, ora siamo alla frutta. Per darti un’idea del livello a cui siamo arrivati, continuo ad essere targhetizzata da annunci di corsi che dovrebbero insegnarti a creare corsi e scrivere libri in poche ore, usando l’AI. La specie umana è senza dubbio sempre tentata dalle scorciatoie, in fin dei conti, creare un corso personalmente mi richiede minimo 1 mese di lavoro a seconda della dimensione e non parliamo di scrivere un libro. L’unico che ho scritto ci ha messo 3 anni per uscire, anche se mi rendo conto che lì il problema ero chiaramente io 😄
Ora chiarisco subito che non sono affatto anti AI anzi, ma che un uso piatto e standardizzato dell’intelligenza artificiale per creare contenuti rischia di appiattire il tuo brand e compromettere la relazione con i tuoi clienti e iscritti.
A questo proposito ti racconto un piccolo aneddoto accaduto di recente:
Personalmente uso l’AI principalmente chatgpt, come suggeritore per angolazioni accattivanti (quelle di cui abbiamo parlato al punto 1), come correttore di bozze e per supportarmi nei calcoli matematici complessi che non amo particolarmente. Detto questo, tutti i contenuti che produco – dal podcast alla Impact Newsletter, fino ai contenuti social – sono interamente creati da me. Non perché io sia contraria all’AI ripeto, ma perché ho molte idee da condividere e amo crearle, quindi non sento la necessità di delegare la creazione di questi contenuti ad una macchina.
Di recente, tuttavia, abbiamo deciso di delegare all’esterno la gestione del blog di Biz Academy. Questa realtà ha preso in mano la gestione del blog, ottenendo anche buoni risultati dal punto di vista SEO, un’area che non stavamo curando abbastanza negli ultimi tempi.
Dopo aver fornito loro una lista di app e strumenti che erano in promozione durante il Black Friday, ho chiesto loro di creare un blog post che poi avrei condiviso con tutta la mia lista di iscritti via email e whatsapp. Ecco il blog post incriminato!
Una risposta specifica arrivata pochi minuti dopo mi ha lasciata interdetta: “Peccato, questi articoli scritti chiaramente con ChatGPT mi fanno passare la voglia di leggerli”.
Ho subito verificato che effettivamente, nonostante la lista dei tools fosse stata creata da me, il pezzo finale creato per presentarla, era stato scritto senza alcuno sforzo creativo, ma in modo asettico, privo di personalità, e chiaramente frutto del lavoro di ChatGPT.
Non so se hai notato, ma quando usi ChatGPT per creare contenuti, ci sono degli schemi ricorrenti nell’uso di certe parole o struttura della frase, che lo rendono immediatamente riconoscibile.
Ovviamente il messaggio di questa persona mi ha fatto arrabbiare molto, perché aveva assolutamente ragione: pur essendo l’articolo molto utile, il risultato dell’articolo non rispecchiava il livello qualitativo tipico dei miei contenuti gettando un’ombra poco qualitativa su tutto il mio lavoro.
Ho risposto a questa persona con un’audio messaggio, ringraziandola per il feedback, scusandomi per l’uso eccessivo dell’AI nella creazione del contenuto in questione.
Ora, qualcuno del mio team mi ha fatto notare che alla maggior parte delle persone non avrebbe interessato che fosse scritto o meno con il chiaro aiuto dell’AI, trattandosi di un post incredibilmente utile. E non hanno tutti i torti. Più di una ricerca sembra concludere che alle persone interessa fino a un certo punto chi abbia scritto un contenuto se quel contenuto è loro utile. Io devo ancora decidere come la penso in termini assoluti, ma per ora credo che l’AI vada semplicemente usata con equilibrio.
Previsioni Business Online 2025 [VIDEO]
La misura è la chiave di tutte le cose, diceva Aristotele.
La relazione con la tua audience viene prima di ogni transazione, e questa relazione inizia dai contenuti che offri, che siano blog, podcast o altro.
Se questi contenuti vengono percepiti come poco curati o generati velocemente solo per aumentarne la quantità, la relazione si incrina. Quindi usa l’AI per affinare i tuoi contenuti, trascrivere audio, correggere refusi o generare idee, ma assicurati sempre che la sostanza sia tua e se ti fai aiutare anche a scrivere il testo, soprattutto se deleghi la scrittura, assicurati che non suoni troppo meccanico.
Questo aiuterà il tuo brand a distinguersi in un panorama sempre più affollato di mediocrità. Dopo quanto accaduto, abbiamo deciso di affrontare la questione direttamente con l’autore del testo dell’articolo che ci ha spiegato di voler condurre una serie di esperimenti, perché secondo quanto sta riscontrando, gli articoli generati con ChatGPT tendono a posizionarsi meglio a livello SEO rispetto a quelli scritti interamente da una manina umana.
Non ho voluto mettere in discussione questa affermazione, perché sono favorevole agli esperimenti, purché abbiano uno scopo preciso e contribuiscano a migliorare i risultati per noi e per i nostri utenti.
Così abbiamo deciso di creare nel blog di Biz Academy una sezione dedicata, chiamata News, in cui verranno pubblicati articoli brevi legati al mondo della tecnologia e del digitale, generati con l’aiuto sostanzioso di ChatGPT. In questo modo, l’utilizzo dell’AI sarà circoscritto a questa specifica sezione e non influirà sull’aspetto più umano e personale del blog principale.
Chatbot su IG e Messenger sono qui per restare
Contrariamente a quanto avrei mai immaginato, negli ultimi tempi sono diventata una grande fan dei chatbot su Messenger e Instagram, ovvero dei messaggi automatici gestiti da strumenti come ManyChat, Uchat e software simili. Devo ammettere che all’inizio non ero entusiasta di questo nuovo trend, soprattutto quando ManyChat ha iniziato a essere promosso da influencer che promettevano guadagni stratosferici semplicemente per aver utilizzato questo strumento. Una pretesa decisamente esagerata.
E però, il motivo per cui oggi apprezzo molto questi strumenti è legato ai loro incredibili tassi di apertura (open rate) e di clic (click-through rate), che superano di gran lunga quelli dell’email marketing. Negli ultimi anni, sfido chiunque ad affermare il contrario, l’email marketing ha subito un calo significativo in termini di engagement, a causa dell’enorme volume di email che le persone ricevono quotidianamente.
Al contrario, l’aumento del tempo trascorso sui social media ha reso questi strumenti estremamente efficaci per raggiungere un pubblico più ampio e coinvolto. Se un OR buono in email marketing può arrivare al 30% in chat su IG abbiamo raggiunto il 90% e se un buon CTR è considerato tra il 2 e 6% via email, in chatbot we reached 70% CTR.
Dati mai visti nemmeno ai tempi d’oro delle email.
Naturalmente, questi strumenti hanno anche dei limiti, motivo per cui le affermazioni standardizzate degli influencer che promuovo ManyChat sono chiaramente un fake. Il principale svantaggio riguarda la distrazione delle persone sui social. Abbiamo notato che la nostra strategia con ManyChat funziona molto bene quando non è richiesta un’iscrizione alla landing page. In questi casi, l’utente apre rapidamente la guida, la risorsa o il video e li consuma subito. Tuttavia, ciò significa che non otteniamo il lead, l’iscritto. Per questo, è fondamentale includere una call to action nel contenuto stesso, così che l’utente possa avere la possibilità di fare un passo successivo, sia acquistare qualcosa o prenotare una chiamata.
Quando, invece, è necessaria un’iscrizione tramite una pagina web, il processo diventa più complicato.
Nonostante gli alti tassi di apertura e clic, il tasso di conversione risulta più basso rispetto a quello che otteniamo con l’email marketing. Questo accade perché, mentre è relativamente naturale per un utente di email aprire una pagina web, è molto più difficile far lasciare Instagram o Facebook a una persona che è immersa nello scrolling. Quando si trova catapultato nel browser, spesso, la persona preferisce tornare indietro e continuare a scorrere il feed dove ci ha trovate.
Una cosa molto interessante di questi chatbot, che si collega alla previsione sull’AI del punto precedente, è che, pur essendo un’automazione, le persone non sembrano essere infastidite dal ricevere messaggi automatici. Io stessa, come utente finale, non trovo fastidioso ricevere messaggi da un chatbot.
Senza contare che i messaggi automatici offrono l’occasione di avviare un dialogo: se una persona risponde con una domanda o un commento, possiamo intervenire con messaggi reali e intavolare una conversazione che è preludio alla relazione. La quale a sua volta può rivelarsi il passo precedente a una transazione, se non immediata, in un secondo momento.
In sintesi, per come la vedo io al momento, i chatbot sono strumenti straordinari. Non solo automatizzano processi in modo efficace, ma offrono anche opportunità di dialogo umano, rendendoli un ottimo supporto per costruire relazioni con la tua audience. Rimarranno protagonisti del 2025, e questa, a mio avviso, è una notizia.
La personalizzazione resta l’arma vincente del tuo business online
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L’economia della fiducia finalmente impera
Ricapitolando:
Previsione | Dettaglio |
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Contenuti brevi | Contenuti brevi e semplici vincono la gara per conquistare l’attenzione. |
L’AI e contenuti | L’AI sta cambiando la creazione dei contenuti; l’uso equilibrato è essenziale. |
Chatbot | I chatbot su IG e Messenger rimarranno efficaci nel 2025. |
Personalizzazione | La personalizzazione rimane essenziale nonostante la sfida alla scalabilità. |
Economia della fiducia | Importanza crescente della fiducia e autenticità nei contenuti promossi. |