Ammettiamo di seguire ben poco di politica, che sia nazionale o mondiale, ma proprio qualche minuto fa l’account di @ceciliasardeo ha ricevuto un messaggio da parte di una gentilissima follower avvisandoci della forzatura dei follow a Trump e Vance a milioni di profili.
Per quanto increduli sulle prime, siamo subito andati a verificare ed effettivamente uno dei nostri account risultava seguire il nuovo profilo @vp di Jd Vance, senza averlo mai fatto intenzionalmente.
Al di là delle posizioni personali, una forzatura così plateale non può che lasciare un senso di disgusto. È frustrante vedere come alcuni possano manipolare le piattaforme a proprio piacimento, sfruttando il lavoro e la fiducia degli utenti. Una piccola imprenditrice come me – e come te – sa bene quanta fatica ci vuole per crescere una community autentica e rispettare tutte le regole imposte dai social, senza mai scivolare nell’ombra di pratiche poco etiche o scorrette anche solo per sbaglio.
Eppure, ci ritroviamo a navigare in un contesto dove i “poteri alti” sembrano giocare con le regole, facendo il bello e il cattivo tempo senza alcuno scrupolo. È il classico vespaio da cui è difficile uscire indenni, ed è normale sentirsi scoraggiati e tentati di mollare tutto.
Ma ecco la verità: se abbiamo bisogno di clienti, non possiamo permetterci di abbandonare i social proprio adesso. Il loro potenziale rimane enorme, se usati nel modo giusto e con gli strumenti adatti.
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Ecco cosa è successo nel dettaglio
Nel recente trasferimento dell’amministrazione presidenziale negli Stati Uniti, un evento particolare ha attirato l’attenzione degli utenti sui social media di Meta. Donald Trump, insieme alla first lady Melania e al vicepresidente JD Vance, ha ereditato una base di follower dai profili social di Joe Biden. Questa situazione ha scatenato diverse reazioni da parte degli utenti, portando a una serie di speculazioni.
Meta ha chiarito la situazione attraverso una nota ufficiale. Di norma, i profili social che rappresentano i vertici della Casa Bianca, come quelli del presidente e della first lady, passano automaticamente tra le amministrazioni. Questi profili non sono considerati personali, ma piuttosto istituzionali e legati ai ruoli ricoperti. Pertanto, dopo il giuramento del nuovo presidente, gli account di Potus, VP e Flotus sono stati trasferiti a Trump, Vance e Melania, rispettivamente.
Una delle problematiche emerse riguarda la modalità con cui gli utenti hanno accolto il passaggio automatico dei follower. Infatti, molti di loro si sono ritrovati a seguire gli account dei nuovi leader senza aver espresso esplicitamente il loro consenso. Per gli utenti scontenti, rimane comunque la possibilità di disattivare il follow oppure bloccare gli account che non desiderano seguire.
Un altro aspetto interessante è il numero dei follower: sia l’account archiviato di Joe Biden, denominato “@potus46archive”, sia il nuovo account di Trump, “@Potus”, riportano entrambi circa 11 milioni di follower. Questo implica che il trasferimento è avvenuto mantenendo lo stesso seguito, il che ha portato a domande sulle dinamiche sottostanti a questi cambiamenti.
In aggiunta a ciò, si è verificato un episodio anomalo su Instagram. Alcuni utenti hanno notato che, cercando l’hashtag #democrat, non riuscivano a trovare risultati pertinenti. L’applicazione restituiva un messaggio che avvisava che i risultati potessero contenere contenuti sensibili, creando confusione e sospetti. Andy Stone, responsabile della comunicazione di Meta, ha etichettato l’accaduto come un “errore sfortunato”, mantenendo però la riservatezza sui dettagli specifici.
Questi eventi hanno messo in luce le peculiarità della gestione dei social media nell’ambito della politica e hanno sollevato interrogativi sui meccanismi di transizione durante il cambiamento delle amministrazioni.
Ecco cosa sta succedendo
Donald Trump e JD Vance hanno suscitato dibattito sui social Meta, in particolare dopo il passaggio dei follower da Joe Biden alla nuova amministrazione. Gli utenti che seguivano il profilo ufficiale del presidente uscente si sono ritrovati a seguire i nuovi leader senza alcun preavviso. Questo evento ha portato molti a chiedersi come mai sia avvenuta questa transizione e quale sia la prassi adottata da Meta per gestire i profili istituzionali.
La spiegazione fornita da Meta è chiara: i profili social dei vertici della Casa Bianca non sono considerati profili personali, ma piuttosto istituzionali. Questo significa che, dopo un cambiamento di amministrazione, gli account vengono trasferiti automaticamente dai dirigenti uscenti ai nuovi. Quindi, dopo l’insediamento del nuovo governo, gli account ufficiali come Potus, VP e Flotus hanno subito un passaggio dai precedenti detentori ai nuovi, mantenendo intatto il numero di follower.
Contesto social e politico
Il contesto di questa vicenda non è da sottovalutare. Meta, con il suo fondatore Mark Zuckerberg presente all’insediamento, si è trovata a dover affrontare molteplici voci di complotto. Gli utenti, infatti, hanno espresso il loro malcontento e hanno ipotizzato una nuova direzione dei contenuti legata all’era Trump. I follower che hanno aderito a questo cambiamento non avevano chiesto di seguire i nuovi profili, creando un senso di confusione e frustrazione tra i sostenitori dei Democratici.
Inoltre, la situazione è complicata ulteriormente dal fatto che l’account Facebook archiviato di Biden e quello nuovo di Trump presentano entrambi circa 11 milioni di follower, suggerendo che siano stati semplicemente trasferiti. Tuttavia, su Instagram, la situazione si fa più intricata poiché l’account di Trump ha solo pochi post, mentre i follower provengono da un vecchio profilo. Alcuni utenti hanno anche notato un problema con l’hashtag #democrat su Instagram, che non era disponibile per un certo periodo. Chi cercava informazioni su questo hashtag veniva reindirizzato a un messaggio che avvertiva circa contenuti sensibili, il che ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulla gestione dei contenuti da parte di Meta.
Queste dinamiche non solo riflettono le interazioni tra politica e social media, ma evidenziano anche il potere che le piattaforme digitali esercitano nel determinare l’accesso alle informazioni e il modo in cui queste vengono presentate al pubblico.
La Transizione dei Profili Social
I profili istituzionali su Meta
Quando i leader politici assumono cariche pubbliche, i loro profili sui social media rivestono un ruolo cruciale nella comunicazione con il pubblico. Nel caso di Donald Trump e JD Vance, i loro profili su Meta non rappresentano solo relazioni personali, ma sono profili istituzionali che rappresentano le rispettive cariche. Questo è fondamentale per comprendere come Meta gestisca la transizione tra le diverse amministrazioni. I profili di Potus, VP e Flotus non sono solo una continuazione dei profili precedenti, ma sono visti come un’estensione della comunicazione governativa.
In questo contesto, la presenza di Mark Zuckerberg all’insediamento non è da sottovalutare. La sua partecipazione ha portato a speculazioni sulla direzione futura dei contenuti e sul modo in cui la piattaforma avrebbe operato sotto la nuova amministrazione. Gli utenti possono considerare che questi profili istituzionali non sono soggetti alle stesse regole dei profili personali, ma piuttosto alle normative che riguardano l’uso delle piattaforme social da parte di figure pubbliche.
La prassi di passaggio dei follower
La prassi stabilita da Meta prevede che, al termine di un’amministrazione, i follower non debbano essere persi, ma piuttosto trasferiti ai nuovi detentori degli account. Questo passaggio automatico ha sollevato interrogativi tra gli utenti. Ti sei trovato a seguire nuovi profili senza essere stato informato? Questo è esattamente ciò che è accaduto agli utenti che seguivano Joe Biden, i quali si sono ritrovati a seguire Trump e Vance, senza alcun preavviso.
Il numero di follower rimane invariato, il che suggerisce che si tratti di una mera transizione. Gli account archiviati di Biden e quello nuovo di Trump presentano entrambi statistiche simili, mentre la situazione su Instagram è più complessa. Qui, il profilo di Trump ha pochi post e il trasferimento di follower da un profilo precedente crea un’interessante dinamica.
Inoltre, ci sono state segnalazioni di problemi relativi all’hashtag #democrat, che non risultava disponibile per un periodo. Questo ha generato ulteriore confusione e ha portato a domande circa la gestione dei contenuti da parte di Meta. Una dichiarazione del responsabile della Comunicazione di Meta ha attribuito la problematica a un errore, ma questa spiegazione non ha placato il malcontento degli utenti che rimangono preoccupati per come queste transizioni possano influenzare il discorso pubblico.
La spiegazione di Meta sulle accuse di manipolazione
Comunicazione ufficiale di Meta
Meta ha chiarito la situazione attraverso una comunicazione ufficiale in cui spiega che il passaggio dei profili social dei vertici della Casa Bianca non è un evento straordinario. Gli account non sono considerati personali, ma istituzionali. Pertanto, alla fine di ogni amministrazione, avviene automaticamente un trasferimento delle credenziali social dai funzionari uscenti a quelli entranti. Questo processo è pensato per garantire la continuità della comunicazione governativa e mantenere gli stessi follower, evitando quindi un’interruzione nei canali informativi ufficiali. Gli utenti, che si sono ritrovati a seguire Trump e Vance senza averne dato consenso, possono comunque decidere di non seguire più questi profili, restando in controllo delle loro scelte social.
Normativa sui profili di governo
La prassi riguardante i profili social dei membri del governo è ben definita e progettata per riflettere la natura ufficiale delle cariche istituzionali che ricoprono. Quando un nuovo presidente entra in carica, i profili come Potus, VP e Flotus vengono passati ai nuovi detentori con le stesse modalità e numeri di follower. Questo trasferimento, pur essendo previsto, ha sollevato questioni circa la trasparenza e l’etica di tali operazioni. Con il passaggio diretto dei follower da un amministrazione all’altra, chi aveva seguito account legati a Biden si è ritrovato a seguire automaticamente i profili della nuova amministrazione senza alcun preavviso o scelta esplicita. Questo ha portato a speculazioni e sospetti su possibili manipolazioni dei contenuti e sul controllo delle informazioni.
Inoltre, la situazione sui social si è complicata ulteriormente con la questione degli hashtag. Alcuni utenti hanno notato che l’hashtag #democrat su Instagram era irraggiungibile per un certo periodo, segnalando alla comunità dei social media un potenziale problema nella gestione dei contenuti. Chi tentava di cercarlo veniva reindirizzato a messaggi che avvertivano di contenuti sensibili, suscitando preoccupazioni sulla libertà di accesso alle informazioni e sulla selettività delle piattaforme nel mostrare certe voci politiche. In questo contesto, è evidente come le interazioni tra il governo e i social media possano generare frustrazione e confusione tra gli utenti, amplificando le tensioni politica e sociale esistenti.
Reazioni degli Utenti
Sospetti e teorie del complotto
Dopo il trasferimento automatico dei follower dai profili di Joe Biden a quelli di Donald Trump e JD Vance, molti utenti sui social hanno iniziato a nutrire sospetti e a formulare teorie del complotto. La presenza di Mark Zuckerberg alla cerimonia di insediamento, in particolare, è stata vista come un segnale di un potenziale cambiamento nella gestione dei contenuti social. Si è iniziato a ipotizzare che questo trasferimento non fosse solamente un gesto dovuto ma che potesse nascondere manovre più complesse, forse orientate a influenzare l’opinione pubblica in un momento delicato della vita politica americana. Gli utenti, preoccupati per questa situazione, hanno iniziato a interrogarsi sulla trasparenza delle azioni di Meta e sulla vera natura di questi passaggi. La mancanza di un preavviso ha alimentato ulteriormente l’inquietudine tra le persone che si sono ritrovate a seguire profili con cui non volevano avere nulla a che fare.
Possibilità di disiscrizione o blocco
Nonostante il malcontento, Meta ha fornito agli utenti la possibilità di esercitare un certo grado di controllo sui loro feed. Infatti, chi si è trovato a seguire inaspettatamente i profili di Trump e Vance ha la facoltà di disiscriversi o di bloccare gli account che non desidera seguire. Questa azione può essere eseguita sia su Facebook che su Instagram, permettendo agli utenti di riprendere il controllo delle loro scelte social. Tuttavia, questo ammettere la possibilità di disiscrizione non ha placato completamente i timori di manipolazione dei contenuti. Gli utenti che si sono sentiti forzati a seguire profili che non riflettono le loro convinzioni politiche hanno espresso frustrazione sulla modalità con cui questi profili sono stati gestiti dalla piattaforma. Gli hashtag e la loro accessibilità sono stati ulteriormente fonte di discussione, poiché l’irraggiungibilità di #democrat ha scatenato domande sulla libertà di accesso alle informazioni. La paura di censura da parte di Meta è diventata un argomento di dibattito acceso tra gli utenti, creando un clima di sfiducia nei confronti della piattaforma e della gestione dei contenuti da parte delle istituzioni stesse. I social media, in questo contesto, non sono solo spazi di comunicazione, ma diventano anche arene di conflitto ideologico e politico, amplificando le voci di chi si sente emarginato o silenziato nell’arena pubblica.
Il Trasferimento dei Follower
Statistiche sui follower di Biden e Trump
Dopo l’insediamento della nuova amministrazione, è emerso che gli account di Joe Biden e Donald Trump hanno mantenuto lo stesso numero di follower. Questo significa che i 11 milioni di follower dell’account Facebook di Biden, archiviato come “@potus46archive”, sono stati trasferiti all’account di Trump, identificato come “@Potus”. La comunicazione di Meta suggerisce che la transizione di follower avviene in modo automatico e programmato per preservare la continuità nella comunicazione istituzionale. Tuttavia, molti utenti hanno espresso il loro disappunto, ritenendo che tali operazioni possano violare il loro diritto di decidere se seguire o meno un determinato account politico. È importante sottolineare che, sebbene Meta garantisca che queste pratiche siano comuni, la mancanza di una scelta esplicita da parte degli utenti ha sollevato interrogativi sulla responsabilità delle piattaforme social nel gestire la comunicazione politica. Questo solleva domande sul controllo delle informazioni e sull’efficacia del trasferimento automatico dei follower nel contesto politico attuale.
Differenze tra Facebook e Instagram
Le differenze nella gestione dei follower tra Facebook e Instagram sono rilevanti e influenzano l’esperienza degli utenti che si ritrovano a seguire contenuti non desiderati. Mentre su Facebook sia l’account di Biden che quello di Trump hanno mantenuto lo stesso numero di follower, la situazione su Instagram appare leggermente più complicata. Infatti, il profilo di Trump conta solamente otto post al momento del trasferimento, ma ha ereditato la stessa base di follower da Biden, creando una situazione senza precedenti. Questo può generare confusione tra gli utenti che seguivano Biden per contenuti specifici, ma si ritrovano ora con post che non corrispondono alle loro aspettative. Inoltre, la questione degli hashtag ha reso la situazione ancora più intricata. Gli utenti hanno riferito di non aver potuto accedere per un certo periodo a contenuti associati all’hashtag #democrat, incontrando la frase “abbiamo nascosto questi risultati”. Questo episodio ha accresciuto le preoccupazioni riguardanti la trasparenza e la libertà di espressione, evidenziando la complessità del rapporto tra contenuti politici e gestione dei social media. In questo contesto, è chiaro che il passaggio di follower e la gestione dei contenuti richiedono una riflessione più profonda sulle pratiche e le politiche adottate dalle piattaforme social.
Il Mistero dell’Hashtag #democrat
Report sui contenuti nascosti
Molti utenti hanno notato che, cercando l’hashtag #democrat su Instagram, venivano reindirizzati a un messaggio che indicava che i risultati erano stati nascosti. Questo ha sollevato interrogativi sulla gestione dei contenuti sensibili da parte di Meta. L’assenza di accesso a questi contenuti ha alimentato le teorie del complotto e ha suscitato preoccupazioni sulla libertà di espressione. Se da un lato il trasferimento di follower tra i profili istituzionali sembra una prassi consolidata, dall’altro lato l’interruzione di accesso a determinati argomenti va vista con attenzione. Gli utenti, che a loro volta cercano di seguire attivamente tematiche politiche, possono sentirsi frustrati da questo approccio censorio, il quale potrebbe influenzare le loro percezioni e opinioni politiche. Questo episodio rappresenta una sfida significativa per Meta, chiamata a trovare un equilibrio tra il rispetto delle normative sui contenuti e la necessità di garantire trasparenza e accessibilità alle informazioni. Le dichiarazioni e le politiche adottate dalla compagnia in merito alla gestione degli hashtag diventano quindi cruciali in questo contesto, per chiarire se esiste un reale impegno a proteggere la libertà di espressione o se si preferisce mantenere un controllo sulle narrazioni politiche.
Dichiarazioni di Andy Stone
Il responsabile della comunicazione di Meta, Andy Stone, ha commentato la situazione definendo l’episodio dell’hashtag #democrat come un “errore sfortunato”. Tuttavia, non ha fornito ulteriori dettagli che potessero chiarire i motivi di tale errore o le misure correttive adottate. La mancanza di trasparenza nelle spiegazioni ha ulteriormente alimentato il malcontento tra gli utenti, i quali chiedono maggiore chiarezza sulle politiche di monitoraggio e gestione dei contenuti. Quando si tratta di argomenti sensibili come la politica, ogni mancanza di trasparenza da parte di una piattaforma così influente come Meta può portare a una sfiducia crescente nel suo operato. Gli utenti possono infatti sentirsi vulnerabili di fronte a decisioni che non comprendono, ritenendo che questi errori possano compromettere l’integrità della comunicazione politica. Questo accade in un momento in cui il panorama dei social media è già caratterizzato da dinamiche complesse riguardo alla disinformazione e alla censura. La situazione attuale impone, pertanto, una riflessione seria sulle responsabilità delle piattaforme social e su come queste influenzino la partecipazione politica dei cittadini.
Implicazioni Politiche
Riflessioni su social media e democrazia
Quando parliamo di social media e della loro influenza sulla democrazia, è fondamentale considerare come le pratiche di trasferimento automatico dei follower possano impattare il comportamento degli utenti e la loro partecipazione politica. Gli utenti si sono ritrovati a seguire account di nuove amministrazioni senza una scelta consapevole, il che solleva interrogativi su come le piattaforme gestiscono le interazioni politiche e l’informazione. Questa dinamica potrebbe contribuire a un’esperienza di disinformazione o di confusione, dove gli utenti potrebbero non essere completamente consapevoli di chi stanno seguendo o del tipo di contenuto che riceveranno nei loro feed. Inoltre, la frustrazione che molti hanno provato di fronte a questo cambiamento potrebbe avere conseguenze sugli atteggiamenti degli utenti nei confronti dei social media come strumenti di informazione e coinvolgimento politico, minando la loro fiducia nelle piattaforme come spazi per un dibattito aperto e democratico.
Ruolo degli algoritmi nel dibattito pubblico
L’algoritmo è un componente cruciale nel modo in cui i contenuti vengono presentati e mediati sulle piattaforme social. Con il trasferimento dei follower da Biden a Trump, si evidenzia anche un problema maggiore: come vengono gestiti e prioritizzati i contenuti politici? Gli algoritmi operano secondo logiche che possono amplificare certi messaggi mentre ne oscurano altri, influenzando in modo significativo il dibattito pubblico. Se, da un lato, meta sostiene di voler garantire che i contenuti istituzionali siano sempre accessibili, dall’altro molti utenti si sono trovati a fronteggiare limitazioni, come nel caso degli hashtag bloccati. Ciò non solo limita la scelta degli utenti, ma pone anche interrogativi sulla libertà di espressione. Un algoritmo che impone filtri, assecondando le scelte di business della piattaforma, può avere l’effetto di alterare l’equilibrio della conversazione politica online, creando spazi in cui determinate voci dominano su altre. Questo scenario invita a riflettere su quale spazio di manovra hanno gli utenti all’interno di questi ecosistemi digitali e su quale sia il vero significato della libertà di parola in un contesto guidato da algoritmi.
Cosa fare ora?
💡 Per quanto frustrante possa essere il sistema, l’aiuto che questi strumenti ci offrono è innegabile. Sta a noi imparare ad usarli nel miglior modo possibile, sfruttandone le potenzialità senza lasciarci abbattere da ciò che non possiamo controllare.