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Biz Academy Team

In un mondo dove la maggior parte di noi donne è convinta di non essere all’altezza, valorizzare i propri talenti nel posto di lavoro o amplificare l’impatto del proprio brand è una vera sfida!

Il che non significa – chiariamolo subito – che non siamo sufficientemente preparate o competenti, ma che siamo troppo insicure per prendere una posizione. Nel libro intitolato The Confidence Code scritto da Claire Shipman e Katty Kay, viene specificato che anche quando noi donne siamo indiscutibilmente capaci e competenti nel nostro campo, spesso non ci sentiamo abbastanza sicure di avere tutte le carte per farcela.

Questa convinzione, naturalmente, influenza il modo in cui affrontiamo le sfide e le difficoltà… e non in modo positivo.  Significa ad esempio, che molto probabilmente non accetteremo di ricoprire ruoli di leadership qualora ci venissero proposti, o che rinunceremo a lanciare un grande progetto anche quando dovesse venirci un’idea brillante.

La parte più affascinante e allarmante allo stesso tempo? I fatti dimostrano esattamente l’opposto! 

Non solo le donne sono perfettamente equipaggiate per fondare o guidare un’azienda ma le caratteristiche tipicamente femminili quali empatia, spirito di collaborazione e compassione, sono aspetti cruciali perché un’azienda possa crescere. 

Secondo uno studio condotto nel 2014 le aziende guidate da donne tendono ad essere finanziariamente più sicure. Mentre le attività gestite da donne a vari livelli, tendono ad avere un’entrata per dipendente del 18% maggiore rispetto a quelle gestite da uomini (1). Quanto alle probabilità di successo di una startup, sembrerebbero aumentare drasticamente per ogni addizionale presenza femminile nel proprio team.(2)

Ma nonostante gli studi alla mano, continuiamo a dubitare di noi stesse. Almeno fino a quando la paura di svegliarci un giorno piene di rimpianti non diventa più grande della paura di scendere in campo e rischiare il tutto per tutto.

Prima di procedere ci tengo a condividere un pezzettino della mia storia, in quanto spesso ci convinciamo di essere sole ad affrontare simili contraddizioni. E nulla potrebbe essere più lontano dal vero!

L’identità di una donna allergica ai numeri, non abbastanza brillante e determinata per fare l’imprenditrice digitale, è qualcosa di cui sono stata convinta per molto tempo …nonostante qualche anno fa, contro ogni aspettativa, abbia deciso di avviare un mio progetto. Ma per molto tempo l’ho sentita come una scelta che non faceva per me! Quasi una forzatura! Era sì un sogno che volevo realizzare a tutti i costi, ma un sogno per cui mi sentivo del tutto inadeguata!

Invece che rinunciare, decisi di circondarmi di alleati che avessero tutte le carte che a me mancavano! E fin qui, nessun problema.

Se non fosse che, invece di imparare da loro per migliorarmi, mi ci sono appoggiata a peso morto, come fossero una stampella, convinta di non poter camminare senza.

Saltellavo al loro fianco da un meeting all’altro ostentando una falsa sicurezza, mentre dentro mi sentivo totalmente inadeguata. Nel tentativo di ovviare a questo costante senso di inadeguatezza lavoravo instancabile giorno, notte e weekend; ma nonostante i miei sforzi quella voce continuava a dirmi: non è ancora abbastanza.

Fino a quando la vita ha deciso di darmi una bella svegliata e di togliermi con uno sgambetto veloce, le stampelle a cui mi ero così tranquillamente appoggiata per anni e costringendomi ad affrontare da sola la gestione dell’azienda. 

Se fino ad allora avevo navigato rinchiusa nella stiva della nave ora ero al timone, ma non sapevo utilizzarlo. Consapevole che prima o poi sarei affondata…ho fatto l’unica cosa che avrei potuto fare se non volevo annegare: mi sono tuffata e ho provato a nuotare.

Non ho imparato subito benissimo, sia chiaro. Ne ho bevuta di acqua! Sono partita restando a galla, poi ho cominciato con qualche bracciata…  piano piano… sempre più sicura.

Ma per riuscire a stare a galla, mi sono dovuta aprire all’idea che avrei potuto imparare e andare oltre quelli che fino a quel momento avevo considerato limiti invalicabili. Sapendo che non sarebbe stato facile, ma che sarebbe stato possibile!

E’ stato un lungo processo, che continua tutt’oggi, ma finalmente mi sono abituata all’incertezza che gestire un’attività porta con sé. Ed è così che è nata Biz Academy, la nuova business academy al femminile tutta italiana per imparare ad amplificare l’impatto del proprio progetto imprenditoriale senza sacrificare la tua libertà e il tuo tempo.

Ora il successo e la soddisfazione sono più incerti (forse) ma sono miei! A volte vinco e a volte perdo, ma ho una Mission chiara ed è quella che continua ad illuminarmi la strada. 

La mia storia? E’ solo una goccia nel mare.

Da un punto di vista economico, infatti, le donne sono una forza lavorativa da non sottovalutare. Secondo un rapporto di McKinsey Global, le donne contribuiscono a generare il 37% del GDP globale nonostante costituiscano a malapena il 50% della popolazione globale in età da lavoro. 

Ma il gap da colmare è ancora grande e un altro studio del McKinsey Global Institute citato dal Wall Street Journal offre una nuova stima di questo potenziale non sfruttato. Secondo lo studio infatti se le donne avessero gli stessi ruoli degli uomini il Pil annuo globale aumenterebbe di 28 mila miliardi nel 2025, il 26% del PIL globale, che equivarrebbe alla ricchezza di Cina e Usa messe insieme.

Cosa possiamo fare allora, mentre il sistema cambia con i suoi tempi che a volte sembrano infiniti, per amplificare il nostro impatto al lavoro?

Come lasciamo andare inutili paure, che lavoriamo per un’azienda o ci troviamo alla guida della stessa? 

1 – Crea relazione invece che concorrenza

Noi donne siamo spesso in competizione silenziosa con gli uomini o con altre donne. Una competizione inutilmente stancante, a mio avviso, che ci distoglie da potenziali collaborazioni e sinergie che potrebbero nascere se solo ci lasciassimo andare con un po’ più di fiducia. La prossima volta che stai per entrare ad una riunione o stai per fare una chiamata di lavoro, chiediti: che tipo di energia voglio portare al prossimo incontro? Come posso valorizzare le persone che mi stanno intorno? Come posso essere loro d’aiuto?

2 – Fai una cosa come faresti ogni cosa

Sembra poco intuitivo ma la nostra vita non è organizzata in compartimenti stagni. Non possiamo pensare di trascinarci svogliati per 8 ore al giorno della nostra vita perché il ruolo che ricopriamo non ci soddisfa, e sperare di trovare l’energia creativa per pensare a qualche strada alternativa, quando torniamo a casa la sera.

Per questo, anche quando vogliamo cambiare lavoro, il mio suggerimento è provare a fare quello che abbiamo tra le mani in questo momento al massimo delle nostre possibilità!!!!

Nel mio ultimo libro Insicure di Successo racconto di come, quando mi fu proposto il ruolo di centralinista in una delle mie prime esperienze in azienda, concentrarmi nel trattare ogni persona con cui interagivo come fosse la più importante per me in quel momento, fece un’enorme differenza nella mia carriera. Non solo riuscii a farmi notare nonostante fossi letteralmente l’ultima ruota del carro, ma riuscii anche a preservare le energie creative necessarie per pianificare quello che di nuovo volevo creare.

Qualunque sia il lavoro che stai svolgendo in questo momento, fai sempre più del minimo che ci si aspetta da te! Questo atteggiamento sarà un vero trampolino di lancio nel lavoro e nella vita.

Non significa che dobbiamo accontentarci di un lavoro che non ci soddisfa. Significa che se lavoriamo con integrità, arriveremo molto più rapidamente alla meta che abbiamo in mente. Perchè facendo bene le cose che riteniamo meno importanti, coltiveremo la capacità di fare bene anche quelle che contano per noi!

3 – Prova a muovere l’ago della bilancia

Non tutti gli output (risultati) delle nostre azioni, contano!

Quante volte lavoriamo instancabili dalle 9.00 alle 19.00 solo per trovarci imbottigliate in una situazione priva di crescita?!? Dove l’ago della bilancia non si muove! E’ bloccato!

Il MOTIVO è che l’output delle nostre attività quotidiane non muove l’ago delle possibilità di crescita o progresso.

Qualche tempo fa ho avuto l’onore di incontrare Elena David, che è stata amministratore delegato di importanti realtà turistiche da Star Hotel a Valtur passando per Una Hotels & Resorts, e consigliere indipendente nella società quotata La Doria e Fideuram – Intesa Sanpaolo Banking.

Una donna incredibile, con una brillante carriera e una splendida famiglia. Mentre registriamo una nuova puntata del nostro video podcast chiamato Impact Girl, Elena mi racconta che quando torna dalla sua prima maternità, l’azienda la accoglie con una promozione ad un ruolo di responsabilità ancora maggiori di quello precedente.

Mentre commento con meraviglia, mi scivola la parola ‘’privilegio’’ nel descrivere una situazione alquanto inusuale al giorno d’oggi, dove donne brillanti vengono spesso declassate di ruolo al ritorno dalla maternità (ammesso che un ruolo ce l’abbiano ancora).

Lei mi corregge, dicendo che la parola privilegio NON è la parola corretta.  ”Mi sono resa indispensabile”

Risponde. ”Ho fatto la differenza nella qualità delle mie azioni.”

La QUALITÀ, non la quantità! Ci tengo a sottolineare.

Siamo tutti bravi a creare infinite liste di cose da fare. Ma quanto siamo bravi a selezionare quelle DAVVERO importanti?

La mancanza di donne che occupano posti di leadership deve essere colmata e sono convinta che questo cambiamento possa essere accelerato da ciascuna di noi! E ogni volta che rinunciamo ad una sfida perché lasciamo vincere le nostre insicurezze, diamo ad altre donne il permesso di fare lo stesso. 

È arrivato il momento di cambiare le regole.

Non possiamo pianificare ogni dettaglio aspettando che il coraggio arrivi prima di cominciare!

Prepara un piano, e poi buttati sapendo che avrà delle falle, e che le risolverai strada facendo. 

È il momento di improvvisare, invece che aspettare.

Di osare invece che nasconderci.

Di rischiare invece che rinunciare in partenza.

Insieme possiamo farcela!

Sei con noi?


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